Marco Riva
Qualche riflessione personale
Quando si lavora con le persone toccando corde profonde, come quelle dell'emotività, la prima cosa che chi abbiamo di fronte cerca di capire è se il livello di preparazione dell'operatore, le sue esperienze, le sue capacità, sono effettivamente all'altezza di ciò che stanno cercando e se un'esperienza di quel tipo possa o meno portargli reali benefici.
Tutti sappiamo benissimo che un'accettazione passiva di qualsivoglia metodo o percorso non è la cosa migliore per chi cerca veramente una crescita interiore, per chi vuole aumentare il livello della propria consapevolezza, sempre che questa "consapevolezza", appunto, non sia soltanto un riflesso del proprio ego...
Ma la realtà ci dice che viviamo in un mondo competitivo dove spesso le persone non vengono viste come esseri umani ma come "clientela", e quello che alla fine conta di più è possedere il maggior numero di crediti da spendersi con loro, per convincerli della bontà delle proprie inziative.
In fondo due Master sono meglio di uno ma non si butta via niente, lauree, attestati, diplomi, certificazioni fino ai "like" delle reti social; insomma, ci si preoccupa di confezionare un "prodotto" e di sostenerlo con un marketing adeguato.
Certamente darsi una preparazione, studiare e aggiornarsi è importantissimo ma spesso finisce per servire a poco perchè l'empatia che si crea quando si pratica una qualsiasi disciplina insieme agli altri dipende molto poco dai curricula;
ciò che conta davvero è restare sempre se stessi e non credere che la comunicazione avvenga soltanto in una sola direzione: l'Universo dualistico nel quale viviamo prevede che l'energia circoli da un polo all'altro, da maestro ad allievo e da allievo a maestro.
Di conseguenza quello che sono e quello cha faccio sono in realtà per me la stessa cosa, e quello che ho imparato e che continuo tutti i giorni ad imparare dalla vita sono i veri elementi del mio lavoro.
Certamente, pure io ho un background culturale e professionale che potrei spendermi in maniera molto più adeguata, ma non è da lì che ho tratto la materia prima per ciò che pratico.
Negli anni i miei insegnanti più importanti sono stati spesso uomini e donne incontrati per caso e mai più rivisti, persone con sensibilità straordinarie che hanno attivato in me canali fino ad allora sopiti, flussi latenti attraverso i quali l'energia che ci tiene in vita ha potuto scorrere con più intensità.
Possiamo pensare a questo flusso come al Prana indiano, il Ki cinese, il "soffio vitale" dello Spirito ma alla fine quello di cui abbiamo bisogno è aumentare il nostro livello di consapevolezza, cosa che a quel punto non dipenderà più dai nostri trascorsi accademici, dagli anni di pratica delle nostre discipline preferite ma soltanto dalla nostra capacità di non porre ostacoli agli elementi stessi di cui siamo costituiti e di non scambiare la condensazione individuale dei nostri corpi fisici come realtà ultima.
Alla fine quello che resta è la sola pratica, assieme al livello di autocoscienza che si è riusciti ad ottenere nel tempo.
Cose come i titoli conseguiti, i successi professionali e la considerazione degli altri nei nostri confronti tendono a diventare trasparenti e a fondersi con il nostro percorso di crescita, il Piano Divino che ci è stato affidato e di cui ben poco possiamo alterare (sempe che si conosca la differenza tra Fato e Destino...).
In fondo, chi ha mai sentito parlare di qualcuno "laureato in amore" o "diplomato in compassione"?
O di altri, specializzati in altruismo, generosità, empatia con gli altri o in bontà d'animo?
Tutto questo non è quantificabile, non ha nessun valore economico, nessuna valenza professionale e soprattutto non si può vendere in cambio di qualcosa.
Quello che conta sono soltanto i risultati che si ottengono e la qualità dello scambio emozionale ed energetico che si può raggiungere insieme, tutte cose assolutamente reali, tangibili e, se proprio vogliamo toglierci qualsiasi dubbio, sostenute tanto da studi scientifici quanto dalle antiche pratiche e dagli insegnamenti dei nostri antenati che, essenzialmente attraverso il controllo della respirazione e del flusso dei pensieri, sono stati in grado di riarmonizzare i processi naturali del nostro corpo rimettendo in fase ciò che si era disallineato, "reintonando" letteralmente la nostra complessa struttura vibratoria, l'insieme corpo/mente.
Come dicevo, ciò che sono è ciò che faccio o meglio, ciò che siamo è ciò che facciamo; quello che potete trovare nei links di questo sito, la mia discografia, con chi ho lavorato, con chi ho suonato etc etc. è molto meno importante delle cosiderazioni che potete leggere qua sotto, che non riguardano la mia persona ma ciò di cui facciamo parte e di cui è fondamentale prendere anche solo parzialmente coscienza.
Per concludere questo preambolo posso dire che la mia attività, al di là di ciò che potete leggere all'interno dei programmi, è davvero molto semplice, si tratta di instaurare una forma di comunicazione con gli altri, superare le inibizioni che tutti abbiamo nei confronti dei nostri simili e di innescare processi che possano portare ad una magari anche parziale riarmonizzazione della nostra "sinfonia interiore" e di conseguenza, ad un livello maggiore di autocoscienza.
Ora possiamo andare a scoprire un po' meglio come gli esseri umani sono costituiti e come si possa affermare che ogni cosa esistente è "fatta di energia"...
L'equivalenza tra materia ed energia è uno dei capisaldi del pensiero scientifico occidentale, un paradigma che ci ha dato una comprensione più profonda e per certi versi sconvolgente della vera natura dell'Universo in cui viviamo.
Rendersi conto del nostro stato transitorio, condensato nella nostra fisicità
e destinato a dissolversi è stato forse il più importante salto di comprensione mai affrontato dall'Uomo moderno.
Di conseguenza, proprio con il supporto della Scienza, si è cominciato ad intendere ciò che abbiamo sempre letto nei libri sacri e cioè che quella che definiamo realtà dei sensi, quella del mondo tangibile è in definitiva solo illusoria e dipende unicamente dal nostro punto di vista, dalla lente che abbiamo a disposizione per osservarla.
La comprensione della "maya" buddhista, l'illusione di cui Siddharta parlava ai suoi discepoli non è altro che pura consapevolezza, autocoscienza, il sorgere del Sè sulle ingannevoli certezze dell'identità, la nostra gabbia quotidiana.
In realtà, per raggiungere una comprensione più profonda di ciò che siamo basta pensare agli elementi che ci costituiscono e aumentare la scala dei nostri ingrandimenti, dalle molecole agli atomi alle particelle subatomiche, fino al misterioso stato quantistico dell'Entanglement, la correlazione ultima che lega insieme tutto l'Universo al di là di ogni comprensione razionale che in questo modo viene dissolta, mentre la condizione dualistica delle cause e degli effetti trascende verso la comunione ultima col Tutto, al di là del tempo.
Pensando a tutto questo possiamo renderci conto di essere pura energia, un sistema enormemente complesso, organizzato secondo diversi livelli vibratori che possiamo percepire come corpi sottili dotati di propri organi e strutture, come i chakra e il sistema dei meridiani ad esempio, ma tutto sempre intimamente legato alla nostra forma solida che da questo dipende: come diceva Paharamansa Yogananda "La mente crea letteralmente il corpo".
E questo è in definitva il nostro "suono interiore", questa musica fatta delle nostre oscillazioni che se male intonate creano disarmonia e tendono a distruggere l'intera struttura vibratoria che invece deve essere mantenuta nella sua forma naturale.
Questo significa tenere in equilibrio i nostri corpi di luce, mantenerli in fase con gli altri e permettere che l'energia vitale scorra senza trovare resistenza cioè condensazioni che tendono, proprio come gli scogli in riva al mare, a distruggere l'equilibrio che l'onda aveva trovato.
Il mio lavoro consiste proprio nel riarmonizzare questi elementi disarmonici attraverso l'empatia del gruppo, sfruttando tutte le forme di risonanza che si generano naturalmente quando si pratica insieme in uno stato di autentica condivisione prima emotiva e poi trascendente.
Tutto questo mediante la semplicità del respiro, del suono della propria voce, dei ritmi e dell'ascolto dell'altro.
Marco Riva - Bio
​
Polistrumentista e compositore di estrazione jazzistica, ha inciso più di sessanta cd dedicati al mercato italiano e internazionale dell’ambient e della world music.
Autore di colonne sonore e musiche per documentari ha all’attivo collaborazioni con centri termali e SPA per le quali ha progettato ambientazioni sonore originali.
Si occupa di psicoacustica ed etnomusicologia, tiene corsi di guida all’ascolto e stage.​​​
​
​
CREDITS
​
RAI, MEDIASET, HALIDON, ERGA, MUSIC MARKET SOLANDRA LAS VEGAS, EMMEKAPPA, SELF, STVE, EDEL, MEDIAWORLD, ACCADEMIA ITALIANA DI SHIATSU, GENERBIOS, SUNRISE BOLLANI, TERME DI VITERBO, NATURE TRADE, SMITH & CO, MUSIC MAIL, NOVA MD, TBA, SONY BMG, VME, WPM ONE TRYBAL, FORTE MEDIA & CONSULTING